Un tema ricorrente tra gli amanti del trekking riguarda la possibilità di incontrare durante l’escursione i cani da protezione che difendono il gregge, un branco di cani randagi o ancora quadrupedi non troppo mansueti.
Chiariamo una cosa: generalmente i cani non attaccano l’uomo, ma potrebbe accadere il contrario e alcuni accorgimenti ci aiuteranno a fronteggiare al meglio la situazione.
Gli educatori cinofili, che studiano il comportamento dei cani, ci regalano consigli preziosi che noi dobbiamo solo seguire alla lettera, senza inventarci chissà quale forma di tutela fai da te che potrebbe solo peggiorare una situazione già di per sé delicata.
Il comportamento del cane
Mettiamoci in testa che il cane comunica assumendo svariati atteggiamenti. Non confondiamo il comportamento del cane giocherellone che si avvicina a noi perchè incuriosito, da quello del cane che sta difendendo il proprio territorio e la mandria che accompagna.
Il cane anzitutto è un predatore con un istinto che lo porta a reagire in qualsiasi situazione. Noi non conosciamo la storia di quell’animale, non sappiamo se è un cane docile o aggressivo (aggressività che nella maggior parte dei casi deriva dal pessimo addestramento dovuto a proprietari incapaci). Il cane potrebbe avvicinarsi a noi per diversi motivi, ad esempio abbiamo violato la sua proprietà; siamo troppo vicini al bestiame che sta proteggendo o qualcosa che abbiamo indosso lo irrita, come un cappellino, un paio di occhiali da sole o gli stessi bastoni da trekking.
Capire le intenzioni del cane.
Solitamente sono i cani ad accorgersi della nostra presenza sul territorio perché siamo noi gli ospiti, non loro..
Osserviamo il cane e cerchiamo di capire in che modo ci viene in contro. Se il cane è aggressivo e pronto all’attacco lo vediamo subito: canini ed incisivi in bella mostra, pelo rizzo, orecchie poste leggermente all’indietro, coda alzata e ringhio basso. In questo caso ci troviamo di fronte ad un cane dominante e la sua postura non lascia margine di dubbio. Al contrario, se il cane è solo protettivo, nonostante tenga ben in evidenza la dentatura e il muso arricciato, ha la coda in mezzo alle gambe, testa bassa e ringhia per poi abbaiare.
Come comportarsi se un cane o un branco di cani ci aggredisce?
Incontrare un cane aggressivo e pronto all’attacco è una situazione sgradevole e dobbiamo essere pronti a tutto, anche al peggio, perché in alcuni casi ne vale della nostra sopravvivenza.
Quello che leggerete a breve si deve attuare SOLTANTO se il cane ci sta aggredendo con l’unico scopo di demolirci, NON IN ALTRE CIRCOSTANZE.
Qualora i comandi vocali del tipo: vai via, vai alle pecore o un secco NO non dovessero bastare, anzitutto, dobbiamo assumere lo stesso atteggiamento sicuro che ha il cane fissandolo negli occhi, non solo per intimorirlo ma anche per fargli capire che noi ci difenderemo. Molti esperti consigliano di portare con sé pistole scacciacani, diffusori di ultrasuoni, o spray al peperoncino. Ma ad eccezione dello spray al peperoncino il cui peso è superfluo, sfido chiunque a portarsi diffusore e scacciacani.. C’è anche da aggiungere però che lo spray in caso di vento o pioggia potrebbe risultare inutile e per ovviare a questa possibilità è possibile acquistare pistole spray al peperoncino (estratto natural Oleoresin Capsicum) in grado di spruzzare il liquido sino a tre metri con un getto diretto e preciso. In caso di aggressione evitiamo di usare il coltellino che a poco servirebbe, mentre il bastone da trekking può essere impugnato orizzontalmente per ostacolare la presa del cane.
Se il cane, invece, riesce a raggiungerci dobbiamo proteggere le parti sensibili del nostro corpo come viso, gola, petto e se malauguratamente il cane dovesse riuscire a morderci, cerchiamo di resistere senza toglierci o strapparci via da lui perché potremmo peggiorare noi stessi la ferita.
Per tramortire l’animale dobbiamo puntare al naso, alla gola o alla parte posteriore del cranio. Se riusciamo dovremmo tentare di immobilizzarlo con tutto il peso del nostro corpo e se abbiamo una giacca o un indumento a portata di mano mettiamolo sulla testa del cane, per tentate un disorientamento ed impedire l’azzanno a distanza ravvicinata.
Vi pare che è finita? No, perchè purtroppo potremmo incontrare cani da combattimento abbandonati nei boschi che non si daranno facilmente per vinti. Sia l’uomo che l’animale punteranno alla sopravvivenza.
L’ipotesi del branco, invece, è certamente quella più pericolosa perché il gruppo di cani tenderà ad accerchiarci. Per uscire da questa situazione dovremmo tornare indietro con molta calma, in caso contrario, individuare il capobranco che per natura è quello che sta davanti a tutti gli altri suoi simili e comportarci esattamente come si comporta lui, ossia, sicuro di sé stesso.
Se ci dimostriamo superiori al capobranco gli altri potrebbero desistere perchè nella maggior parte dei casi il branco attacca in gruppo.
Se usciremo illesi dallo sventurato incontro dobbiamo immediatamente recarci in ospedale , chiamare i soccorsi e denunciare l’accaduto per impedire che altri viandanti possano trovarsi in quella stessa situazione.
Dobbiamo essere sempre prudenti e responsabili, camminando con la consapevolezza che in natura ben poco l’uomo è in grado di controllare.