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A Cristopher

Mentre contavo le zampette di questo simpatico animaletto che coraggioso ha deciso di ostacolare il mio Cammino, mi sei ritornato alla mente e ti ho immaginato, da solo, nelle terre lontane dell’Alaska.

Un po’ mi rivedo in te e ti ammiro per l’impresa che hai compiuto, senza condividere, però, la tua ricerca compulsiva della felicità. E neppure mi associo a quell’arroganza che hai avuto nel deridere prima la Vita e poi la morte. Quel mantenersi sempre sopra le righe per appagare la sete di chissà quale conoscenza. Si può vivere in balia della natura anche con una mappa o una semplice bussola tra le mani.

Lo capisco l’entusiasmo che si prova a viaggiare da soli, circondati dalla maestosità della natura in tutti i suoi colori e con i suoi altalenanti stati d’animo. E capisco anche quando ti batte forte il cuore e cominci a sudare freddo perché hai sbagliato strada e il sole decide di andarsene. La curiosità che spinge noi viandanti o pellegrini ad esplorare nuovi mondi per ritrovare sé stessi, la capisco veramente, credimi, solo che la vivo con umiltà perché riconosco i miei limiti ed ho capito di non essere io il centro dell’universo. 

Ho smesso di camminare sul filo del rasoio Cris.

Una volta laureato ti sei messo in viaggio con la tua auto, hai contestato le scelte di tuo padre senza comprenderne i motivi, hai abbandonato l’agio, venduto i tuoi averi e sei partito, cambiando pure il nome. Supertramp, ti facevi chiamare. La macchina però ha deciso di  lasciarti a piedi e, a piedi, hai cominciato a camminare tentando di compiere un’impresa che ancora oggi risulta difficile agli espertiDicevi di amare la Vita, la natura, di contemplarla e  se oggi fossi stato qui con me, tra i secolari nascosti dalla foschia che ne impedisce la vista, ti avrei posto qualche domanda: hai mai pensato di essere ospite del mondo? La natura che sostenevi di aver compreso l’hai conosciuta veramente?

Ti sei messo alla ricerca della libertà assoluta staccandoti dai dogmi, dallo stato normativo della società e dagli affetti. Ecco, a tal proposito, non ho accolto di buon cuore il fatto che tu abbia abbandonato la famiglia. Hai giudicato e in silenzio te ne sei andato. Come fanno i presuntuosi che chiudono ogni tipo di contatto. Ma noi, persone timorate dalla luce dell’universo, lo sappiamo che poi in fondo quelli come te vivono un’insicurezza senza margini. Se solo avessi visto i loro occhi mentre ti riportavano a casa dentro ad una bara.

Hai trovato quello che cercavi? Non hai sopravvalutato le tue forze?

Ho letto molto su di te e si dice che ad ucciderti sia stato il seme di un legume. Ho visto anche la rappresentazione che Sean Penn propone sul grande schermo delle tue ultime ore di vita, mentre un orso ti passa accanto e con aria di sufficienza se ne va. Gli sei rimasto indifferente.

Ritieni di aver vissuto intensamente i tuoi 24 anni? La solitudine ti fu una cara amica? 

Io ti ammiro Cris, perché in fondo ci vuole coraggio a fare quello che hai fatto tu, a fare quello che facciamo noi, a mettersi in Cammino da soli partendo dalla nostra dimora per raggiungere a piedi, con uno zaino in spalla, chissà quale posto nel mondo.

Anche io lo faccio ormai da molti anni nella consapevolezza, però, che la vita autentica e avventurosa la vivo ogni giorno qui, anche tra le strade della mia splendida città. Io questa volta non raggiungerò l’Alaska o chissà quale altro Stato e non perché non possegga il coraggio di farlo, intendiamoci. Ho cercato anche io, come hai fatto tu, il senso vero delle cose facendo mio il concetto spirituale di natura. Però io, oltre ad aver camminato per i diversi sentieri del mondo, ho percorso anche quelli più intricati della Vita, quella Vita che tanto snobbavi e denigravi in nome della santa libertà.

Sai Cris anche io spesso vacillo nella mia solitudine e nel mio non concepire lo stato delle cose. Però forse il gioco sta proprio nel ricercare un equilibrio profondo tra il sé e l’esterno perché noi non siamo il mondo, ma parte di esso. Siamo tutti esseri fragili, deboli, vulnerabile e piccolini e questo tu non lo hai ben compreso, pensando di vivere solo tu nel caos delle cose. Nel nome dell’egocentrismo ti sei messo in Cammino sfidando la Vita.

Oggi per raggiungere il tempio n. 21 ho preso una funivia e secondo l’incomprensibile guida che da giorni tengo tra le mani avrei potuto attraversare la fitta boscaglia e spingermi oltre, tra la foschia. Ad un tratto però un animaletto simpatico mi ha tagliato il percorso e si è fermato proprio davanti ai miei piedi. Gli alberi hanno intrappolato il silenzio permettendo l’ascolto della parola degli dei e sul finire del pensiero ho avvertito di non essere da sola nella foresta. Ho imparato a leggere i messaggi che il mondo mi invia e a prestare sempre attenzione, consapevole che noi non controlliamo proprio nulla. In quel preciso momento ti ho pensato facendo tesoro della tua esperienza e immaginando il mio futuro, indirizzato alla scoperta di un nuovo mondo che in quel preciso istante mi stava aspettando.

Un mondo colorato non di bianco e nero come credevi tu, ma dei variegati colori della Vita.

Riposa in pace Cris.